venerdì 21 maggio 2010

L’ ATTENTATO DI TIMES SQUARE E LA FOLLIA DELL’ AGENDA IMPERIALE DEL PETROLIO


di Larry Chin – 21/05/2010
Fonte: http://onlinejournal.com/  Comedonchisciotte



Di fronte alla fine dell’era del petrolio e al crollo sistemico, i leader dell’impero angloamericano si sono impegnati in giochi a somma zero sempre più violenti e palesemente futili per recuperare quanto rimane di un milieu governativo ed economico corrotto.
L’impero in crisi
Dalla catastrofe della piattaforma della BP Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, il crollo dei mercati azionari, e dalle conseguenze sanguinose delle guerre fabbricate è chiaro che l’impero ha perso il controllo del suo stesso sistema criminale.
- Ripartire risorse in diminuzione tra i competitori, alcuni dei quali possiedono armi nucleari;
Come ha scritto Michael C. Ruppert nel suo libro del 2004 intitolato Crossing the Rubicon:
Ci sono molti fattori che devono gestire adesso i governanti dell’impero americano quando guardano la loro delusionale mappa del mondo. Devono:
- Mantenere ed espandere il loro controllo sul gas e sul petrolio rimanenti per assicurarsi il predominio globale e mantenere l’ordine tra i cittadini dell’impero;
- Simultaneamente, devono gestire un sistema economico globale, reso possibile dall’energia da idrocarburi, che sta crollando ed in cui la crescente popolazione chiede più cose che possono essere fornite solo usando ancor più energia da idrocarburi;
- Devono riconoscere che non possono salvare la loro economia senza vendere più di questi prodotti;
- Devono controllare l’esplosione della domanda di petrolio e gas attraverso l’ingegnerizzazione di recessioni e guerre che frantumano le economie nazionali;
– Devono nascondere le prove che stanno sistematicamente saccheggiando la ricchezza di tutte le persone sul pianeta persino della loro stessa gente – per poter mantenere il controllo;
- Devono mantenere un sistema segreto di reddito per fornire abbastanza capitale in nero per il vantaggio militare; migliorare la loro posizione tecnologica, e finanziare operazioni segrete;
- Devono reprimere ogni dissenso ed evitare ogni esposizione alle proprie azioni;
-Devono convincere la popolazione che sono onesti;
- Devono sterminare abbastanza persone per poter mantenere il controllo dopo che le forniture di petrolio saranno diminuite al punto della fame energetica”.
Questo ordine del giorno, le sue tragiche conseguenze e infine la sua futilità, non sono mai stati più ovvi che negli eventi senza precedenti delle settimane scorse.
La Deepwater Horizon della BP: un “evento di estinzione”
L’esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon e la risultante superfuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico è il peggior disastro provocato dall’uomo, e la più grande e abominevole azione di distruzione ambientale della storia.
Questa superbomba galleggiante rimane completamente fuori controllo, vomitando centinaia di migliaia di galloni di petrolio nel Golfo, espandendosi in direzioni che non possono essere previste, e diventando esponenzialmente peggiore ogni secondo che passa. Minaccia di inghiottire l’intero Golfo del Messico, l’intera costa meridionale e sudorientale degli Stati Uniti e del Mississippi, ed è sul punto di spargersi in tutti gli oceani del mondo. Gli animali, la vita dell’uomo, le industrie, le economie e i mezzi di sostentamento, tutte queste cose rischiano potenzialmente dei danni permanenti e la distruzione. È anche possibile che non si potrà più navigare nel Golfo.
Quello che è certo è che questa catastrofe, resa possibile dall’agenda dell’impero angloamericano — continuerà ad uccidere per generazioni, rendendo potenzialmente l’intero Golfo del Messico una zona morta.
Per settimane, la BP, i funzionari del governo e i media sono stati impegnati in unamassiccia copertura, mentendo sull’indicibile reale entità del disastro, e mentendo sugli sforzi di bonifica e di contenimento. Secondo un portavoce di Greenpeace, non c’è mai stata una risposta efficace ad una fuoriuscita di petrolio, e la BP al presente non sta facendo altro che un “teatro di risposta”. Tutti i tentativi di contenere il geyser — ciascuno di questi una serie di teorie ed esperimenti falliti — sono stati futili ed inefficaci.
L’uso da parte della BP dei disperdenti chimici tossici è stato almeno in parte, un tentativo di oscurare l’orrore visivo della marea nera dalle telecamere di informazione. I disperdenti, di per sé estremamente tossici, hanno contribuito ad aumentare la tossicità della marea nera senza eliminare realmente alcun petrolio.
Secondo questa terribile analisi di un esperto, ciò che è visibile in superficie, già delle dimensioni dello stato del Maryland, potrebbe essere solo il 20 per cento della reale scala riportata del vulcano artificiale di liquame tossico. Gigantesche emissioni di gas naturale minacciano di esaurire l’ossigeno nelle acque del Golfo.
La quantità senza precedenti di petrolio che si sprigiona verso l’esterno — forse fino a quattro barili di petrolio al secondo — solleva inoltre delle questioni sulla reale grandezza dello stesso bacino. Citando la stessa analisi: “Questo è un vulcano di petrolio incontrollato che sgorga [con una pressione] di 70 000 psi, da un bacino grande quasi quanto il Golfo, con il consumo di trilioni stimati di barili di petrolio e gas. È questo deposito che mi fa ricordare alla gente di ciò che mi ha detto un geologo della Shell circa il deposito. Questa era la citazione “crisi energetica … , diamine! Abbiamo paura non avere più aria da bruciare”. Questo deposito è molto esteso. Copre un’area off shore di circa 38 000 km quadrati. Il gas naturale e il petrolio stanno fuoriuscendo dal deposito verso l’entroterra fino all’Alabama Centrale, alla Florida e persino fino alla Louisiana, quasi fino al Texas. Quello a cui stiamo assistendo adesso potrebbe non essere che una piccola parte di quello che potrebbe succedere se le cose andassero in pezzi, come può succedere in queste circostanze. Se questa cosa scoppiasse, potrebbe essere come il Caldera dello Yellowstone , ma a 1,5 km sotto il mare, da un’apertura di 400 metri, con fino a 150 000 psi di petrolio e gas dietro.
“Questo sarebbe un evento di estinzione”.
I memo che sono trapelati suggeriscono che i funzionari del governo fossero consapevoli del potenziale scenario da incubo. Lasceremo semplicemente che questo “succeda” con il passare dei giorni, delle settimane e dei mesi?
La BP, la Halliburton e la Transocean — notorie icone del “capitalismo dei disastri” — godono di legami forti e duraturi con i governi mondiali, e con le loro strategie petrolifere mondiali.
Entrambe le amministrazioni di Bush-Cheney e di Obama, e la Minerals Management Service (MMS) [sono] direttamente coinvolte nel consentire alla BP di far operare la Deepwater Horizon in modo irresponsabile, proteggendo la BP dai requisiti di regolazione. Tutto ciò nonostante il fatto che la BP ha una storia di irresponsabilità e disastri alle spalle, nota in tutta l’industria energetica.
Il caso implica Dick Cheney e il National Energy Policy Development Group (NEPDG), la “task force energetica” segreta di Cheney, che potrebbe aver fornito alla BP e ad altri giganti petroliferi una licenza per entrare in produzione con un percorso “fast track”, ovvero più veloce, senza le necessarie misure di sicurezza, e senza dare la giusta considerazione a potenziali fuoriuscite catastrofiche o a danni ambientali permanenti.
Quale punizione, se ce ne sarà una, dovrà affrontare la BP per aver reso l’intero Golfo del Messico una zona morta; per aver minacciato tutta l’umanità? Una serie di inutili udienze in cui i membri inetti e corrotti del Congresso aiutano i direttori della BP, della Halliburton e della Transocean a mantenere la loro innocenza, facendo concessioni per gli “errori”? Multe? Promesse che “non succederà più” mentre è in corso un’apocalisse?
Solo il costo economico può potenzialmente far cadere un’economia mondiale che già barcolla sull’orlo del collasso. I prezzi del petrolio saranno sconvolti per decenni.
È un’amara ironia che la Deepwater Horizon, che solo settimane fa era considerata come l’ultima grande speranza dell’impero, rappresenterà invece il suo suicidio.
Tuttavia, persino mentre il megavulcano di liquame tossico inghiotte incessantemente più geografia nelle settimane e nei mesi a venire, i leader dell’impero si rifiutano ancora di fermarsi.
L’amministrazione Obama ha concesso 27 nuove autorizzazioni alle grandi società petrolifere dopo l’esplosione della BP, permettendo loro di intraprendere nuove trivellazioni ed esplorazioni, senza il dovuto riesame ambientale — nel Golfo del Messico.
Il climate and energy bill di Kerry-Lieberman, approvato dal Congresso negli scorsi giorni, prevede altre trivellazioni offshore nel paese, insieme al “carbone pulito” (una frode e un mito, perpetrato dall’industria del carbone, che il Congresso e l’amministrazione Obama continuano a spingere).
Più “guerra al terrorismo” per più petrolio
Mentre nel Golfo del Messico ha luogo una calamità non voluta, continua il caos programmato del petrolio nel Medio Oriente ed in Asia Centrale.
Non è chiaro se lo sventato attacco di Times Square è stato un atto tentato di “reale” terrorismo o vendetta, un incidente sotto falsa bandiera, un doppio o triplo gioco fatto da agenzie di intelligence rivali, o una completa fabbricazione.
Mentre i particolari del caso contro il presunto attentatore Faisal Shahzad rimangono nelle mani delle fuorvianti forze dell’ordine e degli ufficiali americani, il fallito attentato fornisce all’amministrazione Obama l’occasione per una doppia propaganda. L’amministrazione ha ora il pretesto per espandere la “guerra al terrorismo” in Pakistan, in Waziristan e in Iran, e di rafforzare ulteriormente la sua posizione sulle più grandi forniture di petrolio e di gas rimaste del Medio Oriente e dell’Asia Centrale. È stato inoltre una diversione per distogliere l’attenzione dal cataclisma della BP nel Golfo del Messico e dal crollo dei mercati azionari.
Le connessioni di Shazad con la CIA e l’MI6 destano immediatamente dei sospetti: “un uomo arrestato in Pakistan in connessione con l’attentato di Times Square, che aveva viaggiato con il presunto attentatore Faisal Shahzad è membro di un’organizzazione terroristica che è controllata dall’MI6 britannico e dalla CIA”.
“Jaish-e-Muhammad, il gruppo che emerge ora in connessione con l’incidente di Times Square, è stato fondato da Ahmed Omar Saeed Sheikh, il trafficante di denaro del 9/11 che ha consegnato $100 000 dollari dagli Emirati Arabi a Mohammed Atta su richiesta del generale Mahmud Ahmed, allora capo dell’ISI. Mahmud Ahmed, l’uomo che ha ordinato a Ahmed Omar Saeed Sheikh di finanziare gli attacchi contro il Pentagono e il World Trade Center, si incontrava con il repubblicano Porter Goss e il con il senatore democratico Bob Graham a Washington DC la mattina del 9/11 . Nei giorni prima e dopo l’attacco, Ahmed si è inoltre incontrato con il capo della CIA George Tenet, come pure con l’attuale vicepresidente Joe Biden, che era allora presidente del Senate Foreign Relations Committee [comitato per le relazioni esterne del senato].
“In un articolo sul coinvolgimento di Jaish-e-Muhammad nell’omicidio di Daniel Pearl, che stava investigando sull’ISI, il Pittsburgh Tribune-Review ha riportato che il governo pakistano ‘crede che il potere di Saeed Sheikh non venga dall’ISI, ma dalle sue connessioni con la nostra stessa CIA’”.
Altri fattori sospettosi comprendono la presenza di forze speciali immediatamente sulla scena, e i “misteriosi uomini bianchi” apparsi su riprese video , che inizialmente si credeva avessero preso parte all’attentato. Secondo le prime notizie della CNN, “un video ottenuto da un turista nella zona mostra una persona che apparentemente corre a nord su Broadway, mentre un altro video riprende un uomo stempiato con i capelli scuri che si toglie la camicia e la mette in un sacchetto prima di sparire dalla vista della telecamera, che era dentro un ristorante”.
Indipendentemente da come si svilupperà l’attentato di Times Square, “la guerra al terrorismo” è una perpetua operazione segreta ideata per giustificare una guerra perpetua, e un nuovo conflitto di risorse senza fine.
Come è stato notato [nel libro] di Michel Chossudovsky “War on Terrorism”, “il significativo sviluppo dell’ ‘Islamismo radicale’ dopo l’11 settembre, in Medio Oriente ed in Asia Centrale, è coerente con l’agenda segreta di Washington. Quest’ultima consiste nel sostenere, piuttosto che nel combattere il terrorismo internazionale, con il piano di destabilizzare le società nazionali …” Letteralmente tutti i fronti del “terrorismo islamico” nel mondo — Al-Qaeda, i Talebani, ecc. — sono manipolazioni della CIA e dell’ISI pakistano (una branca della CIA) e sono stati nutriti per anni con il sostegno del governo americano.
Il governo americano ha finanziato i militanti talebani,, e hacomprato i disertori di varie fazioni tribali, mentre al tempo stesso Washington condanna i “risorgenti” Talebani.
L’iniziale cronaca dell’attentato di Times Square dei media principali ha collegato Shahzad al leader talebano Hakimullah Mehsud, fratello dell’ex capo talebano ucciso Baitullah Mehsud.
La cronaca successiva è stata piena di informazioni contraddittorie, da citazioni di Mehsud che prometteva nuovi attacchi sugli USA, a smentite, controsmentite, speculazioni, e confusione, che diventa persino più complicata quando si tracciano eventi recenti che coinvolgono Mehsud e i talebani risalendo a due anni fa.
Qari Zainuddin, il rivale talebano di Mehsud, è stato ucciso con un’arma da fuoco alla fine del 2009. Zainuddin, che si era separato dalla fazione talebana di Mehsud, è stato accusato di essere un collaboratore di Al-Qaeda.
All’inizio del 2010, sette agenti della CIA sono stati uccisi da militanti che presumibilmente vendicavano Baitullah Mehsud, che era ritenuto da troppi un alleato di Al-Qaeda ed un collaboratore della CIA, .collegato all’assassinio di Benazir Bhutto.
Altri Pakistani accusati di avere connessioni dirette con Shahzad sono stati arrestati nel Massachussetts. Sebbene “non sia chiaro se fossero dei complici intenzionali o semplicemente degli innocenti cambiavalute”, la stessa connessione con il Pakistan potrebbe rivelarsi sufficiente per gli scopi dei guerrafondai di Washington.
L’FBI ha inviato degli agenti in Pakistan . L’amministrazione Obama e i membri del Congresso come la senatrice Dianne Feinstein, alla tipica maniera post-9/11, si lamentano dei “fallimenti dell’intelligence” e promettono una sicurezza nazionale ancor più aggressiva. I “certi” legami con il Pakistan, il Waziristan, l’Iran, ecc. saranno usati come foraggio per il prossimo attacco militare..
L’ora finale
I segni sono chiari e inevitabili: l’impero angloamericano sta esaurendo il tempo, e il petrolio, e l’umanità stessa ha pagato il prezzo più alto.
Dalla guerra e il caos, dalle crisi finanziarie catastrofiche , o il megadisastro nel Golfo del Messico che potrebbe infine rendere tutto il resto inutile, gli eventi sono andati ben oltre l’abilità dell’impero di controllarli o di nasconderli in alcun modo.
Fonte: http://onlinejournal.com/
Link: http://onlinejournal.com/artman/publish/article_5882.shtml

sabato 8 maggio 2010

NON DOBBIAMO SOPPORTARE LE INFAMIE DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

DI URIEL
wolfstep.cc/

Un tempo era costume raccontare strane storie ai bambini. Se non si voleva che facessero la tal cosa, si raccontava di terribili conseguenze nel caso avessero disobbedito. Si tratta di un espediente molto usato anche dalle religioni, al punto che il timore delle terribili conseguenze identificava persino la brava persona: “timorato di Dio”, si diceva. Eppure, la stragrande maggioranza di queste “terribili conseguenze” erano pure menzogne.

Come abbiamo imparato da grandi, masturbandoci non diventiamo ciechi. Come abbiamo imparato da grandi, non c’e’ nessun babau, uomo nero, non c’e’ nessun inferno se guardo un bel culo.

Perche’ ci veniva raccontato tutto questo? A raccontarci queste cose era un sistema che temeva la disobbedienza. LA temeva perche’ sapeva benissimo che possedere alcuni punti chiave del comportamento umano avrebbe mantenuto la struttura sociale, politica, economica, del periodo.

Ogni sistema di potere che intenda essere vessatorio alimenta, per forza di cose, un sistema di simili bugie. Compreso il sistema finanziario attuale. Tali bugie, che servono a tenere in piedi il sistema stesso, hanno come scopo quello di non lasciarci fare quello che vorremmo, o meglio, cio’ che il sistema stesso teme.

Prendiamo il caso della Grecia. Che cosa sarebbe successo che anziche’ richiedere il “prestito” UE lo avesse rifiutato categoricamente? Sarebbe andata in default? No, in default c’e’ gia’: il loro primo ministro ha gia’ ammesso di non avere liquidita’ per onorare le scadenze. La grecia, quindi, E’ in default.

E allora cosa sarebbe successo? Sarebbe successo che le sarebbero stati negati ulteriori prestiti dai mercati. Aha. E invece, adesso che arriva il prestito UE, pensate davvero che i mercati finanzieranno ancora la Grecia?

Un tizio mi dice che, fallendo senza pagare i creditori, la Grecia non avrebbe piu’ trovato alcun finanziatore e quindi avrebbe dovuto mantenere il disavanzo allo 0%. Invece cosi’, dovra’ accettare le condizioni dei turboliberisti di FMI, e il disavanzo dovra’ essere addirittura negativo, ovvero dovranno fare anche dei tagli.

Insomma, alla fin fine che cosa sarebbe mai successo se il governo greco avesse detto “ciao ciao, stupidi voi che non avete controllato i nostri conti, e due volte stupidi perche’ ci avete aiutati a falsificarli”?

NIENTE.

Se la Grecia non pagasse il debito, mandando in culo i creditori, non le succederebbe NIENTE di peggio di quanto le succedera’ gia’. Non c’e’ alcuna ragione per la quale i greci dovrebbero accettare il prestito. Non c’e’ alcuna ragione per la quale dovrebbero chiederlo.

Ma c’e’ di piu’: le banche proprietarie del prestito potrebbero addirittura rivolgersi ai certificatori dei bilanci greci, e alle agenzie di rating, chiedendo loro per quale motivo un rating cosi’ alto sia stato dato ad una nazione dai bilanci palesemente falsi.

Non solo i greci potevano fregarsene e tirare dritto senza peggiorare la gia’ critica situazione di una virgola, ma potevano farla pagare cara proprio agli speculatori.

Circolano in giro terribili anatemi, simili ai babau ed all’uomo nero, sulla serie di bibliche disgrazie che accadrebbero se le nazioni occidentali dichiarassero default. Volete sapere cosa succederebbe?

NIENTE.

Tempo fa, quando inizio’ il credit crunch, si diceva che alcune aziende andassero salvate perche’ erano “Too Big to Fail”. Alcune erano cosi’ grandi che si scopri’ come alcuni stati non potessero nemmeno aiutarle: “Too Big to Bail”. Bene, signori, cosa dire delle nazioni del G8?

Sapete cosa dire? “Too Big to Fuck With”.

Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, potrebbero semplicemente dichiarare sin da ora che non pagheranno i debiti e non restituiranno i bond. E che rifiuteranno qualsiasi prestito, aiuto, qualsiasi cazzo di cosa.Sapete cosa succederebbe?

NIENTE.

Si dice che cosi’ facendo le nazioni mancherebbero ad un loro dovere verso i propri cittadini. Ma non e’ esattamente cosi’ che stanno le cose.

Prendiamo per esempio il debito italiano. Esso e’ spalmato in titoli che vanno dai pochi mesi a 30 anni. Dove si trova la speculazione? Ovviamente, nei titoli a breve termine, quelli che hanno un rientro entro pochi mesi.

La media dei nostri titoli ha scadenza a 7.6 anni. Il genio di Tremonti ha consolidato il debito alzando la media delle scadenze OLTRE la durata di un governo. Trappola micidiale.

Questo governo ha ancora, nella migliore delle ipotesi, 3 anni di vita. Supponiamo che Tremonti annunci che non restituira’ il capitale dei titoli in scadenza, per tutti i prossimi tre anni. Sapete cosa succedera’?

NIENTE.

Tutti coloro che hanno titoli che scadono DOPO il governo attuale, infatti, sceglierebbero una via prudente, e se li terrebbero in tasca sperando che il prossimo governo decida diversamente. Verrebbero colpiti solo coloro che hanno comprato CDS e buoni del tesoro a breve, cioe’ gli speculatori. Chi ha investimenti che scadono a lungo termine, per esempio, continuerebbe a sperarci.

Voi direte: ma isolerebbero il paese. Ma ci butterebbero fuori dai circoli finanziari. Davvero? Se riuscissero a convincere tutti quelli che hanno titoli a piu’ di tre anni, per esempio, potrebbero. Ma Tremonti potrebbe dire, che so io, “quest’anno non paghiamo nessuno, dal prossimo anno ricominceremo”. Poiche’ si tratta di debito storico, di per se’ non ci sarebbe bisogno di rinnovarlo.

Possiamo anche uscire dal caso italiano, e supporre che una decina di nazioni (Belgio, Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, UK, Austria) decidano di non pagare il debito, se non ai propri cittadini risparmiatori, identificandoli attraverso il canale di vendita. Nel globale, il debito si ridurrebbe a meno della meta’.

Che cosa succederebbe?

Ancora niente.

Non esiste il babau. Non esiste l’inferno. Non si diventa ciechi a masturbarsi. Non succede niente a mandare in culo i creditori, a patto di farlo bene. Questo e’ il punto.

La cosa che nessuno vuole sentir dire, e che nessuno vuole dire, e’ che se una qualsiasi delle nazioni del G8, o un qualsiasi gruppo di nazioni del G20 manda a ranare i creditori, non succede assolutamente niente: “Too Big to Complain”.

Guardate che cosa ha fatto Dubai. Dubai ha dichiarato che avrebbe mandato in culo i fornitori un venerdi’ prima della chiusura delle borse. Per tutto il weekend, l’emiro ha ricevuto baciaculi che sono andati ad elemosinare due spiccioli da lui. Dopodiche’, non solo ha “ristrutturato” il debito (ristrutturato significa “ti devo dieci ma di restituiro’ 4″) , ma nessuno ha protestato particolarmente.

Questa e’ la fifa blu che oggi hanno i mercati finanziari. La fifa blu degli speculatori e degli assicuratori: che qualche nazione del G8 decida “ehi, fottetevi tutti. Di aziende che vogliono il mio mercato ho la coda fuori”. Il che e’ la verita’.

Prendiamo il paese nelle condizioni piu’ disperate in Europa, cioe’ gli UK. Se compilassero i bilanci secondo gli standard UE, il loro deficit sarebbe al 170% del PIL. Supponiamo che vadano in default. Che cosa succederebbe? Succederebbe che il buon primo ministro, chiunque sia, dira’ “ehi, cocchi, se volete continuare a mettere piede nella City fatemi gli applausi, che di aziende che vorrebbero entrarci ho la coda fuori dalla porta”. Questa e’ la verita’: moltissime nazioni hanno dimensione tale per cui non solo sono “too big to fail”, e anche “too big to bail”, ma sono persino “too big to fuck with”. Troppo grosse per rompergli i coglioni.

Questo e’ il concetto principale: era cosi’ urgente “salvare” la Grecia(1) perche’ si tenesse in piedi la menzogna secondo la quale il default sarebbe un evento terrificante , catastrofico, simile a quello che avvenne in Argentina. Ma attenzione, perche’ non e’ vero: l’ Argentina al momento del deault usciva proprio da un tentativo di salvataggio dell’ FMI!

Quello che secondo me dovrebbero fare i PIGS, o PIIGS, insieme a tutti gli altri che hanno problemi di debito pubblico, e’ di riunirsi e dichiarare default tutti insieme, con la sola eccezione dei propri privati cittadini, cioe’ per quantita’ di titoli tipiche del risparmio privato.

Cosa succederebbe? Niente.

I PIIGS sono nazioni che nel bene o nel male sono proprietarie di ottimi mercati, finanziari e mercantili. Nessuno degli speculatori vorrebbe esserne cacciato via. Nessuno dei creditori vorrebbe esserne cacciato via. Nessuno al mondo vuole la recessione globale che arriverebbe se i PIIGS fossero oggetto di embarghi o sanzioni.

Questa e’ la ragione principale per la quale i PIIGS vengono affrontati uno ad uno. La Grecia prima , il Portogallo e la Spagna dopo, e poi chissa’.
Contemporanetamente, tutti i giornali ci spiegano di quale catastrofe sarebbe se la Grecia andasse davvero in default: la UE e la BCE perderebbero “prestigio politico”. Ommioddio! Ommioddio!Moriremo tutti !

Ehm. Di quale cazzo di “prestigio politico” stai parlando, fra’?

I mercati, si dice, diverrebbero instabili. Aha. E quando mai sono stati stabili? Qual’e’ la novita’? Ci divertiamo a scrivere oroscopi? “scorpione: mercati finanziari instabili”. Fico, e’ facile prenderci cosi’.

Quello che l’opinione pubblica deve fare e’ di divenire adulta. Smettere di credere nel Babau. Smettere di credere che a toccarselo si diventera’ ciechi. Smettere di credere all’uomo nero. Fare una bella riunioncina, e dire “ehi, ci avete chiamati PIIGS? Fantastico. Perche’ adesso i PIIGS vi prestano un dito, e vi mandano affanculo. E se non volete piu’ fare business sui nostri mercati, beh, abbiamo la coda , fuori dalla porta”.(2)

Ovviamente, questo produrrebbe il panico. Tutti sono come bambini, convinti che arriverebbe l’uomo nero. Tutti sono come bambini, e hanno paura del babau.

Beh, diventate grandi: non succede niente. Semplicemente, qualcuno perderebbe il suo potere,e probabilmente moltissimi dei suoi soldi.

Per quanto riguarda l’euro, se i PIIGS decidessero di uscire in questo modo, Trichet verrebbe a baciare culi per convincerli a restare dentro l’euro.

PIIGS di tutto il mondo, unitevi. Anzi: PIIGS di tutto il mondo, fallite.

Il fallimento, oggi, e’ rivoluzionario.

Chi ci rimetterebbe?

Se tutti i PIIGS decidessero di fallire insieme, semplicemente a lasciarci le penne sarebbero queste entita’ qui:

•Barlkays Bank PLC
•BNP Paribas
•Citi Group Global Markets
•Commerzbank AG
•Credit Agricole
•Credit Suisse
•Deutsche Bank
•Goldman Sachs
•HSBC France
•ING Bank NV
•JP Morgan Securities
•Merryl Lynch INT
•Morgan Stanley CO
•Nomura INT
•Royal Bank OF Scotland
•Societe’ Generale INV Bank
•UBS Ltd

Capite per quale motivo i PIIGS vanno affrontati uno ad uno: se fallissero tutti insieme, non li si potrebbe buttare fuori dall’ Euro, e come se non bastasse sarebbe la fine del sistema finanziario speculativo cosi’ come lo conosciamo.

E no, il babau non esiste.

Chissa’ cosa succederebbe se qualcuno proponesse , via internet, una riunione dei governi dei PIIGS che mandino a ranare il debito pubblico e gli speculatori tutti insieme.

Uhm… quasi quasi ci faccio un gruppo su Facebook

Uriel
Fonte: www.wolfstep.cc
Link: http://www.wolfstep.cc/2010/05/infanzia-finanziaria.html
2.05.2010

(1) In che cosa sia consistito il “salvataggio” lo sanno solo loro: le “cure” imposte alla Grecia sono molto piu’ dolorose delle conseguenze del default. Non si capisce bene che cosa ci abbiano guadagnato, i greci, a prendersi dei soldi e poi fare tagli al bilancio uguali se non peggiori di quelli che avrebbero dovuto fare uscendo dai mercati finanziari.

(2) Vi siete mai chiesti perche’ non vedete in giro marche di auto cinesi? Perche’ non vedete sportelli di banche islamiche? Perche’ non vedete catene di benzinai di petrolieri russi? Ecco: sono tutti dietro alla porta, ad aspettare.

Titolo originale "Infanzia finanziaria" visto su http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.com/