giovedì 3 maggio 2012

Lafayette, da petroliera ad arma di distruzione di massa per i pesci


L'ex petroliera Lafayette da 50 mila tonnellate è stata sottoposta a restyling per diventare una nave per il trattamento del pesce oceanico, al comando di una flotta di 12 megapescherecci, una vera arma di distruzione di massa
Lafayette fabbrica di pesce galleggiante.jpg
In questi tempi di post picco del petrolio può capitare che si faccia il restyling di una vecchia petroliera russa per farne una nave da pesca, anzi più precisamente la più grande fabbrica ittica galleggiante del mondo.
La Lafayette, circa 50 mila tonnellate di stazza è lunga 228 m e larga 32. Appartiene alla multinaizonale Pacific Andes e agisce come ammiraglia di una flotta di cinque super perscherecci a strascico oltre ad altre sette navi più piccole.
E' in grado di trattare e congelare  1500 t al giorno. Poichè è pensata per operare senza mai tornare in porto (viene rifornita di gasolio in mare, come un bombardiere), ha una capability di circa 550 mila tonnellate di pesce all'anno; tanto per farsi un'idea è più del doppio del consumo del Belgio.
Una vera arma di distruzione di massa.
Questo mostra il paradossale fallimento dell' economia di mercato. Senza regole e senza arbitrati superiori, quando gli stock ittici iniziano a scarseggiare, l'attività di pesca non si riduce, ma al contrario si intensifica.
Tutti i paesi e le aziende fanno a gara per pescare quanto più pesce possibile prima che finisca: in questo modo gli utili trimestrali e i consumi immediati della specie homo sapiens in continua crescita demografica stanno mettendo a rischio tutta la fauna superiore degli oceani, un'estinzione di massa quale forse non si è più vista dai tempi del Cambriano-Ordoviciano, 488 milioni di anni fa.
Questo è già successo nel caso della catastrofe del Merluzzo nord Atlantico: tra il 1988 e il 1991 gli stock sono calati del 33%, ma nello stesso periodo le navi a strascico sono cresciute(in tonnellaggio) del 78%, per poi restare ad arrugginire al sole quando la pesca del merluzzo al 5% del valore del picco.
Se le risorse naturali sono compromesse non saranno il capitale e la tecnologia avanzata a fare saltare fuori i pesci dal nulla.


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