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Honduras, i golpisti minacciano l'ambasciata brasiliana e sospendono le libertà costituzionali
Il Brasile ha ospitato nella sua ambasciata honduregna il presidente legittimo Manuel Zelaya
Il governo de facto ha quindi deciso di far vedere la sua vera facciata, limitando a chiare lettere i diritti sanciti dalla Costituzione per un periodo di 45 giorni, prevedendo anche la possibilità di chiudere i mezzi di comunicazione e dando più poteri alle forze armate per far rispettare "l'ordine pubblico". La decisione, che riguarda la libertà di riunione e di circolazione. tutto è teso a colpire la miriade di manifestazioni a favore del presidente deposto che dal giorno del golpe non si placano. Intanto ieri Zelaya ha lanciato un appello agli honduregni a marciare sulla capitale, come "offensiva finale" contro il governo golpista. Quindi, Zelaya ha definito, in serata, "una barbarie" le imposizioni di Micheletti, invitando il Parlamento a sospendere il provvedimento. Il decreto proibisce "ogni riunione pubblica non autorizzata" e le dichiarazioni dei media che vadano contro "le risoluzioni del governo" o possano alterare "il rispetto della pace e l'ordine pubblico". Nel precisare che le forze armate sono autorizzate a sostenere la polizia "per garantire l'ordine", il decreto prevede "l'arresto di chi viene trovato fuori dall'orario previsto per la circolazione, o di chi venga considerato in qualche modo sospettato di poter danneggiare le persone o i beni". Alcune reti radio e tv, prosegue il decreto, "stanno diffondendo odio e violenza contro lo Stato, lanciando appelli all'insurrezione popolare. La Commissione per le telecomunicazioni è quindi autorizzata, tramite la polizia e le forze armate, a sospendere ogni radio, tv o via cavo che non rispetti i programmi dettati dalle presenti disposizioni". Le prime teste sono già cadute: l'emittente Canal 36 e Radio Globo, più volte in queste ultime settimane oscurate con l'accusa di diffondere le notizie dei sostenitori a favore di Zelaya, sono state chiuse.
Honduras, i golpisti minacciano l'ambasciata brasiliana e sospendono le libertà costituzionali
Il Brasile ha ospitato nella sua ambasciata honduregna il presidente legittimo Manuel Zelaya
Mediatori degli Osa espulsi e libertà costituzionali sospese per 48 ore. Questa la controffensiva della dittatura honduregna che non finisce qua. Dieci giorni di tempo. E' l'ultimatum imposto dal governo golpista di Roberto Micheletti al Brasile, per consegnare il presidente legittimo Manela Zelaya oppure offrirgli asilo politico. Costretto all'esilio forzato dal 278 giugno, giorno del golpe, Mel si è rifugiato da una settimana nell'ambascita per progettare la maniera più consona per tornare al potere. Parlando con i giornalisti nella capitale dell'Honduras, il ministro degli Esteri del governo de facto ha dichiarato che se lo status di Zelaya non viene chiarito entro dieci giorni l'ambasciata perderà i suoi requisiti diplomatici. Il Brasile aveva già in precedenza chiarito che non intendeva accogliere una richiesta di definizione dello status di Zelaya. Ed il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva ha ricordato che la sede diplomatica è tutelata dal diritto internazionale: "se i golpisti entreranno con la forza nell'ambasciata, considereremo violata ogni norma internazionale".
Il governo de facto ha quindi deciso di far vedere la sua vera facciata, limitando a chiare lettere i diritti sanciti dalla Costituzione per un periodo di 45 giorni, prevedendo anche la possibilità di chiudere i mezzi di comunicazione e dando più poteri alle forze armate per far rispettare "l'ordine pubblico". La decisione, che riguarda la libertà di riunione e di circolazione. tutto è teso a colpire la miriade di manifestazioni a favore del presidente deposto che dal giorno del golpe non si placano. Intanto ieri Zelaya ha lanciato un appello agli honduregni a marciare sulla capitale, come "offensiva finale" contro il governo golpista. Quindi, Zelaya ha definito, in serata, "una barbarie" le imposizioni di Micheletti, invitando il Parlamento a sospendere il provvedimento. Il decreto proibisce "ogni riunione pubblica non autorizzata" e le dichiarazioni dei media che vadano contro "le risoluzioni del governo" o possano alterare "il rispetto della pace e l'ordine pubblico". Nel precisare che le forze armate sono autorizzate a sostenere la polizia "per garantire l'ordine", il decreto prevede "l'arresto di chi viene trovato fuori dall'orario previsto per la circolazione, o di chi venga considerato in qualche modo sospettato di poter danneggiare le persone o i beni". Alcune reti radio e tv, prosegue il decreto, "stanno diffondendo odio e violenza contro lo Stato, lanciando appelli all'insurrezione popolare. La Commissione per le telecomunicazioni è quindi autorizzata, tramite la polizia e le forze armate, a sospendere ogni radio, tv o via cavo che non rispetti i programmi dettati dalle presenti disposizioni". Le prime teste sono già cadute: l'emittente Canal 36 e Radio Globo, più volte in queste ultime settimane oscurate con l'accusa di diffondere le notizie dei sostenitori a favore di Zelaya, sono state chiuse.
2009-09-28 09:02 | ||||
HONDURAS: SOSPESA LA COSTITUZIONE | ||||
Giro di vite del governo Micheletti, media sotto tiro | ||||
(ANSA) - TEGUCIGALPA, 28 SET - Il regime de facto dell'Honduras ha limitato le garanzie costituzionali per 45 giorni, e in particolare il diritto di informazione. Un decreto approvato martedi' scorso dal governo presieduto da Roberto Micheletti, ma reso noto solo oggi, prevede infatti la possibilita' di chiudere qualsiasi testata contraria alle risoluzioni del governo. E sono sempre piu' tesi i rapporti con il Brasile, nella cui ambasciata e' rifugiato dal una settimana il deposto presidente Manuel Zelaya.
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